campo di lavoro a Chegutu, Zimbawe: tutto quello che “qui” non arriva
“Il campo come quello svolto questo Agosto in Zimbabwe viene chiamato “campo-pilota” perchè è si tratta di un nuovo contatto.
Vi hanno è partecipato Mariapia, Nuccio e Lorenzo.
Questo è un veloce resoconto di quello che hanno visto, immagini e fotografie di una situazione che da noi non arrivano… ”
25 Agosto 2008
Eccomi di ritorno!
Volevo scrivervi … una testimonianza del viaggio fatto, … perchè nel paese vige una legge che impedisce di filmare o fotografare qualsiasi cosa che possa riportare la situazioni della popolazione.
Magari non ci saranno riferimenti precisissimi, ma proverò a ricordare tutto ciò che ho visto e che mi hanno detto.
A Marzo ci sono state le elezioni che hanno messo in forte discussione l’attuale dittatore Mugabe. Per lo spoglio di queste, sono serviti 3 mesi, durante i quali l’opposizione contava voti quanto il dittatore.
In questi 3 mesi 120 esponenti dell’opposizione sono stati uccisi, non si contano i pestaggi anche ai singoli cittadini, nei villaggi, per far ricordare chi votare.
In queste condizioni, l’opposizione si è ritirata, per evitare altre morti.
Inoltre, è opinione diffusa che questi 3 mesi necessari per lo spoglio delle schede, siano dovuti ad una falsificazione dei risultati elettorali. Da Giugno c’è una trattativa in corso per assegnare al capo dell’opposizione il ruolo di primo ministro, ma allo stato dei fatti non ha ancora nessun potere.
La nazione è già oggetto di un embargo. L’Onu aveva proposto l’invio dei caschi blu per un corretto svolgimento delle elezioni, ma Mugabe si è opposto al loro ivnio, riuscendo nel suo intento.
C’è stata una seconda proposta da parte dell’Onu, per un’ulteriore azione, ma Cina, India e Russia, hanno annullato la proposta col loro veto, avendo interessi economici con l’attuale governo.
Il paese è stato colonia britannica fino al 1980, anno dal quale ha conquistato l’indipendenza.
Al momento dell’indipendenza aveva una delle migliore reti ferroviarie di tutta l’Africa, e una buona situazione generale delle infrastrutture (strade, acquedotto, luce) una buona produzione agricola, uno dei maggiori produttori di tabacco.
Dopo l’indipendenza c’è un stata una cacciata dei bianchi dalla nazione per rendere le risorse ai neri, risorse che sono finite in maggior parte in mano ai militanti del partito di Mugabe. Molti bianchi sono scappati, perchè la situazione era molto pericolosa, solo pochi bianchi nativi, sono riusciti a rimanere.
Questo ha comportato che quasi tutti i processi produttivi, sono stati distrutti, in quanto messi in mano a persone che non avendo le capacità per portarli avanti, sono riusciti solo a mettere in piedi una logica di “saccheggio”.
Così molti terreni agricoli sono tornati incolti.
Ricordo un’ansa letta prima di partire, che diceva che il raccolto di tabacco era stato di un terzo rispetto al 2007.
Nelle grande città abbiamo visto giganteschi silos che servono a stoccare le granaglie dei raccolti agricoli, e sono sempre stati quasi riempiti.
Si parla di silos di 30/40 metri di altezza con un diamentro variabilie fra i 4 e gli 8 metri.
Sono anche emblema nazionale, sono stampati sulle loro banconote.
Ma negli ultimi anni l’agricoltura ha accusato molto la situazione del paese.
Mi è capitato di passarci proprio di fianco e gli sportelli di servizio, posti alla base, erano aperti e si poteva vedere che erano completamente vuoti.
Più delle metà dei negozi, sono chiusi e vuoti per cessata attività. Alcuni anche dell’arredamento.
Quelli aperti hanno pochissima mercanzia, e quella poca presente sono i generi non degradabili (quindi non alimentari).
I pochi alimentari si comprano al mercato; quando siamo andati eravamo gli unici bianchi e vi lascio immaginare quale fosse il contrasto, per fortuna è un popolo onesto e pacifico e con noi c’era la Sr. Luisa che era un’autorità per il paese.
Le pompe di benzina erano quasi tutte chiuse o capitava che non avessero diesel ma solo miscela o olio.
Molte delle auto in circolazione erano in situazione estreme, però circolavano anche suv, Bmw e Mercedes appartententi alla classe ricca e anche in buon numero.
Tutto quello che non si trovava nel mercato ordinario, lo si trovava al mercato nero, che per molta della popolazione aveva prezzi inaccessibili.
La classe ricca sta molto bene, ma in questi 28 anni di indipendenza la situazione globale del paese è andata molto peggiorando.
Per far fronte al debito estero per tutte le risorse che importa la nazione, hanno attuato una massiccia stampa di banconote, che ne ha fatto perdere valore sul mercato internazionale.
Oltre alla perdita di credibilità della nazione stessa.
Da una contatto di prima Gennaio, ci scrivevano che 1 Euro valeva 350.000 dollari zimbabwani, lunedì 28/7 prima di partire avevo guardato il cambio, e 1€ valeva 81 miliardi il 7 o 8 Agosto 1€ era arrivato a 400 miliardi (la sera prima di partire, il 16 Agosto, era arrivato a 1.250 miliardi) Nei giorni precedenti avevamo pagato una cipolla 10 miliardi e una forma di pane a cassetta 250 milardi. Mentre il giorno successivo per 8 costolette di vitello e 8 di maiale abbiamo pagato 8600 miliardi.
Si è raggiunta un’inflazione giornaliera di circa il 10%, per portare in giro le mazzette di banconote, si doveva avere obbligatoriamente una borsa. Il portafoglia non bastava.
Proprio durante la nostra permanenza c’è stata l’emissione delle nuove banconote “pesanti” che eliminavano 10 zeri dalla vecchia valuta. Quindi un nuovo dollaro valeva 10 vecchi miliardi (ma questo non ha per nulla fermato l’inflazione …)
Gli esercizi rimasti aperti, soprattutto quelli alimentari, sono arrivati ad avere un prezzo al mattino, uno a pranzo e uno la sera.
La sera prima di partire abbiamo voluto offrire noi la pizza d’asporto (ne abbiamo prese 8), abbiamo impiegato quasi 2 ore per:
andare a vedere il costo delle pizze,
andare a cambiare gli euro in valuta locale,
tornare in pizzeria, ordinare le pizze e aspettarle
Con questa situazione, risulta impensabile programmare un qualsiasi attività commerciale.
Molte persone si sono trovate nelle condizioni di abbandonare il lavoro, perchè il costo del trasporto era divenuto superiore allo stipendio che ricevevano.
La maggior parte della pubblica amministrazione non riceve più lo stipendio; se la polizia riscontra una infrazione, intasca lei la rispettiva multa.
Il resto della popolazione si ingegna come può.
Per le strade si trovano ovunque persone che vendono, pomodori, arance, e uova, un pò meno frequenti le patate, qualcuno giornali.
Appena ci si ferma in macchina arriva subito qualche ragazzo che vende ricariche telefoniche.
Una volta abbiamo trovato fuori da un’oratorio una ragazza che aveva avuto l’idea di comprare una vaschetta di gelato e i coni al mercato e vendeva i coni gelato in strada.
Il sistema sanitario non esiste più, ci sono degli ospedali, ma penso siano solo per i ricchi o per chi ha delle “conoscenze”. Anche se c’è qualche caso di volontariato medico internazionale rivolta a tutti i ceti della popolazione.
Abbiamo avuto la fortuna di conosciere telefonicamente due dottori italiani, cari amici delle suore.
Alcuni adulti girano scalzi, i bambini, quasi tutti. Quelli che frequentavano la scuola delle nostre due suore, sembrava avessero un unico vestito, per le condizioni dello stesso.
La missione che ci ha ospitato è a Chegutu, mi sembra sia capoluogo di regione, a 130 km dalla capitale.
Di 17 giorni, quasi 4 sono stati di viaggio, 3 trascorsi nella capitale (il giorno di arrivo, un giorno di gita quello prima della partenza), un giorno di gita alla diga di Kariba (sul fiume Zambesi al confine con lo Zambia). La Domenica centrale in giro per la celebrare le messe in 2 villaggi e i restanti 9 giorni sono stati nella vita della missione.
Questa, si alternava fra i ritmi della loro attuale scuola, la costruzione del nuovo progetto, e tutte le esigenze interne della missione.
Luce e acqua sono mancate molto spesso, ogni tanto mancava anche la linea telefonica (la connessione a internet oscillava fra i 16.8k e i 31.2K, solo una volta è arrivata a 33.6k).
L’acqua spesso tornava di notte, di solito fra le 4 e le 5 (il mio sciacquone era molto rumoroso), così nella seconda settimana quando c’era l’acqua, ti buttavi subito in doccia per lavarti, fra le 6 e le 8, naturalmente con l’acqua fredda, perchè non faceva a tempo a scaldarsi o non c’era elettricità.
Se proprio non ce la facevi, scaldavi un pentolone di acqua sul fornello e poi ti lavavi con quella, o la usavi a temperatura ambiente (lì era primavera).
Quando l’acqua manca per più giorni, con camion e taniche si và a fare la scorta da qualche persona di buona volonta che ti fà usare la sua pompa; mentre quando c’è, oltre alla taniche si riempe la vasca e i grossi lavabi esterni.
Ma queste sono già condizioni fortunate, che non ha la maggior parte della popolazione.
La scuola che gestiscono le due suore è gratuita e rivolta ai bambini poveri dell’oratorio, sono stati loro a chiedere alle suore se gli facevano “scuola”.
La richiesta è arrivata proprio dai bambini!
Mentre tutte le altre scuole hanno una retta, anche se minima, che però qualcuno non si può permettere.
Così le suore si sono attivate: il vescovo gli ha dato la possibilitò di usare due aule vuote nella scuola, e hanno trovato 4 insegnanti che gestiscono la scuola primaria (che và dai 5 ai 12 anni) in 2 sezioni e con 6/7 materie.
Il capo insegnante (non per sminuirlo, ma non si poteva chiamarlo preside, anche perchè faceva molto di più) posso dire che viveva per la scuola per la passione che aveva.
Oltre a fare il normale insegnante, aveva organizzato il gruppo coro, a cui aveva insegnato i balli e i drammi, e il tutto in perfetta armonia con usi e costume della loro tradizione; aveva anche organizzato la squadra di pallavolo.
Alcuni di questi bambini hanno un solo genitore o sono orfani; qualcuno è tenuto dai nonni, qualcuno da zii o fratelli più grandi, ma delle situazioni conosciute, c’è nè anche qualcuno non voluto in casa…
Parte della mortalità è dovuta all’aids e alla tubercolosi.
Poi si sà, quando l’organismo si debilita insorgono tutte le malattie diffuse in Africa.
Anche alcuni dei bambini sono sieropositivi.
Da un racconto delle suore, mi ha detto che è capitato di trovare qualche bambino che cercava cibo nell’immondizia.
Loro sono a conoscenza delle situazioni più disperate, e quando possono, aiutano con un pò di farina, fagioli, o un vestitino.
I vestitini per bimbi che ho trovato all’Arsenale a Torino sono stati un grande regalo.
Ecco qui le 2 righe che pensavo di scrivere, ora mi fermo.
Ultima cosa, la missione sono Sr. Antonietta e Sr. Luisa, suore missionarie della congregazione delle Maestre Pie dell’Addolorata, con l’indispensabile presenza di Dominic, che è il “boss”. ;-) Lui è il responsabile dell progetto, ne segue tutti gli aspetti.
A loro và il ringraziamento per l’ospitalità e per tutto il resto che abbiamo ricevuto.
Ma il senso di maggior gratitudine è per la scelta di vita che hanno operato.
Buona giornata,
Lorenzo