In difesa di Kizito: dichiarazioni contro la campagna di diffamazione

Inserito in Africa Oggi informa,stampa e multimedia | sabato 20 giugno 2009 | |

Diffondiamo il comunicato stampa in cui l’Associazione Amanichiariscele vicendeche vedonocoinvolto padre Renato Kizito Sesana, con il quale Africa Oggi ha fatto campi nei primissimi anni.

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Milano, 17 giugno 2009

L’associazione Amani informa che da alcuni mesi è in atto una campagna di diffamazione nei confronti del missionario comboniano Padre Renato Kizito Sesana, iniziata con mail anonime che lo accusano di abusi sessuali su minori.
Amani che in lingua kiswahili significa “pace”, è un’associazione laica che ha iniziato la sua attività nei primi mesi del 1995, insieme a padre Kizito Sesana.

Organizzazione non governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, orienta le sue attività seguendo due principi:
1. privilegiare l’affidamento e la gestione di ogni progetto e iniziativa sul territorio africano a
persone qualificate del luogo;
2. garantire una struttura organizzativa snella per contenere i costi a carico dei donatori.

L’impegno di Amani e Padre Kizito a favore delle popolazioni africane è rivolto in particolare alla cura, all’educazione e alla crescita dei bambini più soli in Kenya, Zambia e Sudan.
Renato Kizito Sesana è dal 1977 che vive e lavora in Africa, dapprima in Zambia, dove dà vita a Koinonia, (che poi crescerà anche in Kenya e in Sudan), una comunità che opera per accogliere i bambini di strada. Grazie all’opera di padre Kizito sono sorti a Nairobi 4 centri di accoglienza per ex bambini di strada e due centri di prima accoglienza.

Padre Kizito assente dal Kenya da inizio gennaio è rientrato lunedì 15 giugno perchè, informato di cosa stava accadendo, ha deciso di affrontare apertamente le accuse.

Ha rilasciato una prima dichiarazione, martedì 16, in cui afferma: “Permettetemi di essere chiaro. Non ho abusato di nessun bambino. Sono pronto ad affrontare chiunque possa provare il contrario”.

Ancora prima di queste dichiarazioni Padre Kizito, appena rientrato a Nairobi, ha depositato un ampia e dettagliata ricostruzione dei fatti e delle minacce ricevute nei mesi precedenti, sporgendo denuncia all’ufficio del CID (Criminal Investigation Division) di Nairobi.

Tra i vari episodi denunciati è stata depositata anche una dichiarazione giurata di un ragazzo che afferma che gli è stata offerta un’importante somma di denaro per accusare il Padre di abusi di natura sessuale e che al suo rifiuto è stato minacciato. Ci sono altre persone che sono pronte a testimoniare alla polizia di essere state corrotte, minacciate o torturate per dichiarare il falso.

Inizialmente Padre Kizito e gli investigatori ritenevano si trattasse di uno dei tanti casi di estorsione. Infatti, laici e religiosi che lavorano a contatto con i bambini vengono spesso calunniati e ricattati da criminali che diffondono e insinuano affermazioni di carattere sessuale.
Con il passare dei giorni è diventato più chiaro il vero obiettivo del ricatto: l’appropriazione di tutte le proprietà che Koinonia ha edificato negli anni con l’aiuto dell’ONG italiana Amani.

Queste strutture hanno un valore commerciale di circa 3 milioni di euro (che è molto più di 3 miliardi di scellini keniani).
Al momento stiamo garantendo che tutti i servizi dei centri di accoglienza siano regolari e quindi lo svolgersi delle attività e la cura dei bambini ospiti è garantita. Continuiamo a sostenere il buon lavoro fatto dai nostri social worker.