“La vita è bella solo se la si dona”

Inserito in Africa Oggi informa | giovedì 28 luglio 2011 | |

Suor Anna Maria Gervasoni

luglio 2011

Ciao a tutti!
Siamo in estate,o almeno lo siete voi,tempo di vacanze e di relax, tempo di mare!
Qui siamo sempre al mare e devo dire che questo mare non ci lascia mai tranquilli. L’innalzamento del livello delle acque è una realtà che tutto il Pacifico sta vivendo drammaticamente. Nel nostro piccolo vediamo che piano piano la spiaggia in fondo alla strada diminuisce sempre più. Nel giro di quattro anni è praticamente sparita, la vediamo solo quando c’è la bassa marea.
La nostra gente ama costruire le case giusto sulla riva, con vista sul mare, ma pian piano dovranno sloggiare. In alcune isole, quelle che chiamano “artificiali” perchè costruite dall’uomo accumulando montagne di sassi e rocce in punti della laguna dove l’acqua è molto bassa, cercano di far fronte alla situazione erigendo muri di pietre lungo i bordi che, sistematicamente, vengono abbattuti dalle maree e, altrettanto sistematicamente, ricostruiti il giorno dopo.
Ci sono interi arcipelaghi a rischio “estinzione”, sia delle terre che delle popolazioni e non si sa proprio cosa fare perchè il problema non può essere affrontato da noi qui, è a monte, e la gente di “terra ferma” non sente il pericolo che noi sentiamo costantemente.
Altro spauracchio che ogni tanto il nostro mare ci dà è lo tsunami. Ogni due per tre abbiamo gli allarmi tsunami che ci fanno correre. L’ultimo è stato quello del Giappone. Non ci sono sirene o altoparlanti che avvisano la gente: si viene a sapere e basta. Noi, per esempio, ci stavamo godendo la cena con lo staff del dormitorio, quando in televisione sono apparse le immagini del disastro. Quando l’abbiamo accesa, la radio locale già avvisava la gente di mettersi al sicuro sulle colline, perchè l’allarme era per tutte le isole del Pacifico. Per strada c’erano colonne di persone a piedi, con zaini in spalla e bambini per mano che tranquillamente e ordinatamente andavano verso l’interno della pianura dove ci troviamo.
gervlug11A dire la verità nessuna di noi aveva intenzione di andarsene: di sera, al buio, con la pioggia, dove? Non ci sono punti di raccolta, naturalmente, si va all’interno dell’isola, dove capita, scelta libera.
La nostra via parte dalla strada principale (che corre parallela alla costa) e arriva direttamente al mare dopo un chilometro e mezzo. Le nostre due case sono in cemento armato e la nostra abitazione è al secondo piano. Era venerdì, quindi le ragazze erano tutte a casa loro, così ci siamo dette: restiamo! Sulla nostra stessa via c’è il convento dei frati domenicani e la scuola salesiana. Abbiamo telefonato ai frati e loro ci hanno detto che erano tutti a letto a dormire (!!!) ed anche i nostri confratelli salesiani erano già nel mondo dei sogni. “Se tutti i religiosi sono al loro posto, lo tsunami non arriva”, abbiamo detto alla ragazza australiana volontaria che era terrorizzata e passava dal cellulare a facebook a skype per avere le notizie della situazione minuto per minuto!
Un’altra sicurezza per noi era che esattamente sulla spiaggia, in fondo alla nostra via, è situata la base militare internazionale, e da lì non si era mosso ancora nessuno, non c’erano sirene nè elicotteri in moto. Più sicuri di così!
Ad ogni modo, alla una di notte la famosa onda di ritorno che avrebbe dovuto abbattersi sulle nostre coste non si era ancora vista, ma una lunga colonna di camion con i soldati aveva lasciato la base per andare sulle colline a portare aiuti e ristoro alla gente che avrebbe passato là tutta la notte, sotto la pioggia che ancora non era cessata. Fine dello spauracchio.
Estate, estate…e noi siamo in inverno…anche se la temperatura è costantemente sui 30 gradi e l’erba ingiallisce perchè è la stagione secca.
Estate è tempo di oratori estivi. Il nostro oratorio da spiaggia continua ininterrotto… ma con qualcosa in più. Potrei chiamare il paragrafo: coccodrilli in oratorio. Sono ormai tre mesi, infatti, che sulle spiagge dove si trova la nostra parrocchia, tre coccodrilli hanno cominciato a circolare. Hanno mangiato qualche maiale e terrorizzato i pescatori che al mattino escono con le canoe per il loro lavoro. Ora non è più possibile nè giocare a calcio sulla sabbia, nè tantomeno fare i giochi in acqua. E’ vero che comunque non è mai stata una zona marina tranquilla. Infatti, essendo il fondale sabbioso, spesso le razze si rifugiano vicino alla riva e ogni tanto capitava che qualcuno venisse punto dalla loro coda. E’ velenosa, mortale specialmente per i più piccoli, ma basta un impacco con il cherosene e il pericolo è scampato, con tante lacrime e l’abbraccio della mamma. Ma le razze in genere se ne vanno tranquillamente quando l’orda dei bambini si butta in acqua. Come tranquillamente se ne vanno anche gli squali, che qui non amano la folla e lo schiamazzare festoso degli oratoriani… e poi con i grassi dugonghi che circolano in queste acque, non sono interessati agli ossuti bambinetti…nè tantomeno alle suore che, si sa, sono un po’ dure da digerire!
Ma i coccodrilli!!! Quelli non guardano nel piatto, basta che si mangi! Salgono fin sulla spiaggia e arrivano alle capanne più vicine. Non hanno paura dell’uomo e sono fortissimi, niente li ferma. Ora se si vuole fare il bagno in mare ci deve essere una vedetta, ma ancora non è sufficiente perchè non sempre il coccodrillo nuota in superficie, spesso cammina sul fondale e “tira giù” la preda in un batter d’occhio.
La settimana scorsa in città, di fronte ad un ristorante che dà sul mare, ne è stato avvistato uno di 6 metri di lunghezza. Che fare! Niente. Sono nel loro ambiente, nelle loro acque. L’esercito internazionale pattuglia ininterrottamente le spiagge. Sono gli unici che possono portare le armi da fuoco nelle Isole Salomone e che quindi possono uccidere questi portentosi animali. La gente ha dimenticato come si fa, perchè per anni ha potuto usare i fucili, ma ora che le armi per i civili sono proibite, non sanno più come fare perchè si tramandano diverse interpretazioni e leggende sui metodi del passato….ma nessuno fin’ora si è azzardato a verificare l’efficacia delle leggende su come si uccide un coccodrillo con la lancia!
gervlug11-2Vacanze, vacanze! Anche noi siamo in vacanza. Un mese di pausa alla metà dell’anno scolastico e poi si riprende per la volata finale. Ora posso fare tutti il lavori di manutenzione che sei mesi di trenta ragazze che si sentono perfettamente a loro agio in casa nostra necessitano di essere fatti: svitare tutti i filtrini dei rubinetti e pulirli, ritinteggiare i muri delle docce, sistemare i cardini di alcune porte, gli scarichi della biologica da controllare, un paio di canali da completare, la tanica dell’acqua piovana da sostituire e naturalmente fiori e verdure da innaffiare e ravvivare ogni giorno. E’ proprio vero: qui in missione bisogna saper fare di tutto,.bisogna anche sapere che medicina dare ai cani da guardia! Non c’è il rischio di annoiarsi o di soffrire di insonnia: quando andiamo a letto, giusto il tempo di dire un Pater che già si russa!
Buone vacanze a tutti e ricordatevi che il cuore non va mai in vacanza: c’è sempre tempo per volersi bene e aiutare chi abbiamo intorno. E’ un lavoro che non stanca mai, dà forza e una carica che fa affrontare tutti i coccodrilli che si parano per la strada e spegne gli tsunami più spaventosi. Alla fine della giornata, la pace che porta dentro ti culla, così non ci sono più insonnie nè stress.
“La vita è bella solo se la si dona” (Beato Clemente Vismara).
Alla prossima.
Sr Anna Maria.

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Inserito in Africa Oggi informa | lunedì 18 luglio 2011 | |

1. You don’t do anything right
Someone telling you that you screwed up or that you are an idiot is very painful and hard to take. Such words are said with the clear intention to bring shame upon someone. Although many parents believe that shame is a good tool to keep their children under control, it isn’t what the child needs in order to be able to learn new things in the future. Actually, it has the opposite effect, since it makes children close up and become inhibited. In the long run, the accumulated shame (of which the child may not even be aware) will determine him to make poor decisions later on in his life.
Shame is different from guilt, which can even be a healthy emotion sometimes. Feeling guilty isn’t bad because guilt contains feelings that make you reexamine your behavior and assume responsibility for your actions. It’s normal to feel a bit of guilt if you do something bad or painful. You would want your little girl to feel guilty if she took something that belonged to another child without asking for permission and you would want her to assume responsibility for her actions. But don’t use shame to make your child feel guilty. Shame is equal to saying: “You have no value “. When the message sent is that of shame and embarrassment, you will never teach your child about responsibility.

2. “I’m done with you!”
We’ve all had moments when we were sick and tired of the mischief our children made, but this phrase makes children feel isolated and rejected and it should be avoided. “I’m done with you! ” is a mean remark said with the intention to hurt the other person. In the long run, if you keep saying such things, you will drastically damage the relationship with your child.Think of it this way: a child depends on his parents in order to survive. His parents offer him protection, food, clothing, a roof over his head. So, when the person who is responsible with raising and caring for a child tells him “That’s it, I’m done with you”, this will cause the child to have a shock, feel a great fear, which can have devastating effects.

3. “I hate you too!”
When children get mad at their parents for asking them to do certain things they don’t want to, they tend to say to their parents “I hate you! ” or “I can’t stand you! ” or “You drive me crazy! ” When you respond with “I hate you too! ” or “I can’t stand you either! ” just to win a fight with your child, you have actually lost the fight from the very start. You are not your child’s classmate and you are not competing with him. When you say such a thing, you’re practically lowering yourself to your child’s maturity level and letting him think “If my parents think I’m annoying or they hate me, it means I really am and I deserve this.”
If, however, you say this phrase to your child in the middle of a heated argument, it’s important to come back when you’re calmer and tell him “I realized I said I hated you and I want to apologize.
It was wrong of me to say such a thing. I’ll try to keep my anger in check next time.” You don’t need to provide long explanations, just stick to the basics.
4.
5. “I don’t love you anymore because of what you did”
Unfortunately, many parents use these threatening words to encourage their children to listen, to change their inappropriate behavior. Parents believe that it’s very difficult room cleaning games for a child to hear that he would lose the love of those who gave him life. And, in order to regain this love, they would theoretically have to listen to their parents and do as they are told. Nothing could be further from the truth.

First of all, a parent’s love is unconditional, unlimited and endless – the child should be loved for as long as his parents are alive. This is the first and greatest certainty that a child has. If we were to choose a single thing that the child should know from his parents, it would be the fact that he is loved unconditionally for the simple reason that he exists. The love for a child has nothing to do with the child’s actions.

Good behavior is gradually developed through education. However, love is always present and the child is constantly reassured that his parents love him. Secondly, a child who has an inappropriate behavior, even if he wants to change his ways in order not to lose the parent’s love, he doesn’t know how. Behaving well, according to your parents, is something that is learnt in time, with patience, education, and special techniques. These words will have the following effects on the child: rejection, abandonment, pain, fear. And that’s certainly not what you want; so never make a connection between your love and his behavior.
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